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Diadora Blushield, il segreto è svelato

Le ho provate circa una settimana fa e ora posso – finalmente – parlarvi delle Diadora Blushield. Si tratta delle ultime scarpe da running, nate in casa Diadora che ho testato in compagnia di molti amici e di un mostro sacro del running, Gelindo Bordin.

Il concetto cardine, intorno al quale ruota tutta l’innovazione e la tecnologia che hanno portato alla nascita di questa scarpa è tanto semplice quanto raro: una scarpa con un tecnologia che si adatta al corpo umano e non viceversa.

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Concetto, in se, banale, eppure per nulla scontato. Di norma, infatti, il piede deve adeguarsi alla calzatura e plantari di vario genere possono essere il giusto aiuto nel rendere la scarpa da running quella più adatta a noi. Ma è sempre un adattamento “forzato” del nostro piede alla calzatura e non viceversa.

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In questo caso, invece, la prospettiva è ribaltata a 360 gradi. La scarpa da running segue la forma naturale del piede e assorbe gli impatti grazie a un materiale che, in base alle sollecitazioni ricevute dal runner, può diventare estremamente reattivo o ammortizzare al massimo. I suoi micro-coni in gel, invisibili, ma presenti nella tecnologia della suola, hanno altezze e forme variabili. Queste differenze sono quelle che consentono alla Blushield di adattarsi a chiunque, fino ad arrivare a correggere al 90% le situazioni di iperpronazione.

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La scarpa ha sollevato un po’ di chiacchiericcio, tra i più esperti, circa il suo peso: 320 grammi, la consistenza della scarpa. Anche in questo caso, la soggettività fa la differenza. Chi mi segue sa che non sono una maratoneta di grandi lunghezze, ma sa anche che ho avuto e (a volte) ho molti problemi con le scarpe. Il test fatto con Gelindo Bordin è stato su 6 chilometri a un ritmo (per me) non usuale, 5.13 al km. Quindi posso considerare il test realistico, nelle sensazioni, per le mie medie di running. I piedi hanno trovato immediato comfort nella Blushiled, sentendosi “accolti” e non schiacciati, compressi o contenuti.

Proprio questa comodità, a mio parere, è stata la caratteristica che mi ha dato la sensazione di una pianta comoda, ma non larga. Confortevole, accogliente e piacevole, quasi sagomata sulla forma mio piede.

La corsa va saputa prendere per il verso giusto, non dimenticatelo mai e, soprattutto, non prendete mai sotto gamba la scelta della giusta calzatura. Ognuno è diverso e ogni appoggio è unico. Certo, pensare di poter avere una scarpa che risolve il problema di plantari e appoggi strani, lo confesso, è un’idea fantastica.

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Insomma, al primo test la Blushield è assolutamente promossa.

Se, anche voi volete toccarla e provarla, da oggi la trovate nei migliori negozi di running al prezzo di 130 euro.

 

 

 

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