Ripensavo in questi giorni alla mia bici da corsa. Agli amici che mi ha fatto incontrare e alle sfide che mi ha permesso di affrontare questo sport.
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E non parlo solo di sfide sportive.
Sì, questo post lo dedico allo sport in generale. Qualunque esso sia.
Perché ho 45 anni e da sempre ho portato la vita attiva e lo sport nella mia vita e oggi ringrazio Dio di avermi dato questa passione.
Riflettere, spesso, fa bene
Ho ripreso a pedalare da un paio di settimane dopo pigrizia, impegni, scuse varie.
Il primo sabato con i Turbolento, abbiamo avvicinato alla bici da corsa chi la conosceva poco o, addirittura, non la conosceva per nulla.
Voi non potete immaginare quanti sorrisi e ringraziamenti da parte delle amiche (e anche amici, ma la solidarietà femminile è davvero forte…) ho ricevuto.
E quante neo cicliste mi hanno chiesto “quando organizzate ancora qualcosa?”.
E questo, scusate, ma col lavoro ha poco a che vedere. O meglio, lavoro anche grazie allo sport, ma se ci metti le gratificazioni umane, beh, allora, che figata (come direbbe mia figlia).
Il sabato successivo il mio compagno, totalmente non sportivo (diciamocelo) mi ha detto “Dani, voglio provare la bici da corsa, mi porti?”.
Devo dirvi che ho cercato in tutti i modi di dissuaderlo, certa che si sarebbe stufato e odio trascinare e convincere chi non vuole essere convinto!
Invece…la prima cosa che mi ha chiesto al rientro – tra i crampi che lo facevano rotolare a terra, il sedere un po’provato e la fame – è stato quando lo avrei riportato.
E mi sono detta, “Dani, ma tu non sei una pro, non sei così esperta di bici, come è possibile?”. E ho capito una cosa.
Ho capito che i pro non hanno bisogno di nessuno che li porti.
Sono le persone normali, quelle che vogliono una vita attiva, compagnia, allegria e qualche sfida con se stesse ad avere bisogno di chi li può aiutare a trovare la strada giusta.
Che non è detto sia la bici da corsa, intendiamoci. E che gioia quando ho realizzato tutto questo.
La bici da corsa, una filosofia di vita
Quando ho voluto iniziare a pedalare, nessuno mi ha detto niente. Non sapevo a chi rivolgermi, come fare, a chi chiedere.
Chi mi stava vicino era già gente over the top che guardava con sospetto chi viaggiava a meno di 30 km/h. Non facevano per me.
Cerca, cerca, cerca nel web (la mia casa!) mi sono imbattuta nei Turbolento. E siccome non credo al caso, sono certa che in quella homepage dovevo proprio arrivare.
I Turbolento sono ciclisti a tutti i livelli. Dai neofiti agli esperti, ma sono ciclisti che fanno della bici una filosofia di vita.
Tutti possono unirsi a loro. Nessuno ti fa sentire inferiore, incapace.
Ognuno di loro (di noi, posso dire con orgoglio) ti da qualcosa del suo sapere, della sua esperienza, delle sue cavolate fatte, dei suoi successi e anche dei suoi insuccessi.
Questo è ciò che è la bici da corsa.
E ora, mentre sono sul treno direzione Rimini, penso che mi mancherà un po’non trotterellare sulle due ruote questo fine settimana.
Se non sapete da che parte cominciare, non scoraggiatevi. Chiedetemi di più e sarò felice di continuare a raccontarvi che non bisogna rinunciare.
Che le persone giuste si incontrano. Che non è mai tardi per iniziare
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