Attenzione, se pensate di sentir parlare di imprese epiche, uscite da questa pagina. Sì, perché, quello che vi sto per raccontare è “solo” questione di cuore. Di quel cuore che mi fa essere solidale con molte, moltissime donne e che ha corso in un sabato torrido di giugno, la seconda edizione della Lierac Beauty Run.
Un caldo mortale, un sole che non ha dato tregua nelle ore precedenti la partenza (prevista per le 21), ma che non ha fermato gli oltre 2700 partecipanti (donne e uomini) che, divisi su 3 percorsi (10K competitiva, 10K non competitiva e 5K) hanno colorato una Milano assetata e accaldata.
Per me, seconda volta, onestamente? Poca voglia… fino a quando, varcata la soglia dell’Arena Civica di Milano, ho respirato quell’aria contagiosa fatta di solidarietà, di rosa, di donne coraggiose, di donne pronte a mettersi alla prova, di donne che… non si arrendono. Sì, perché nessuno ferma il rosa, nessuna ferma le donne, recitava il pay off delle maglie delle Pink is Good della Fondazione Umberto Veronesi.
E tra mille acconciature intrecciate firmate Phyto Italia, i test delle scarpe di Mizuno, i cosmetici Lierac e tante altre attività, la giornata è volata a dispetto della calura.
In prima linea sotto l’arco di partenza anche Filippo Manucci, AD di Alès Groupe e runner, ha partecipato alla manifestazione, correndo per 10 km: “La corsa come la cura di sé richiede impegno e costanza per raggiungere il traguardo. La donna che corre la Lierac Beauty Run è consapevole, risolta e non ha paura di impegnarsi per raggiungere i più grandi obiettivi. In altre parole è un’imprenditrice creativa, proprio il tipo di donna a cui Lierac si rivolge”.
Non una gara o meglio, una gara, ma di solidarietà. Parte del ricavato di ciascun pettorale, infatti, è stato devoluto alla Fondazione Umberto Veronesi per continuare a combattere il cancro al seno e ridare nuove speranze e nuova vita alle tante, tantissime donne che, ogni anno – purtroppo – vengono colpite da questo male.
La mia corsa? Finita dopo 8K invece che 10, ma… ragazzi che giornata! E poi quest’anno ho avuto un’accompagnatrice speciale… la mia meraviglia. Mia figlia che non ha corso, ma ha curiosato e respirato, per la prima volta, l’aria di una gara, emozionandosi allo sparo del “go”! Il suo sorriso insieme a quello della meravigliosa Federica Fontana hanno cancellato il dolore e la fatica che mi hanno fatta imprecare e non poco…
Ma lo sport è anche questo. Ecco, che il mio grazie, dunque, va anche a tutto lo staff di Ecolife che mi ha massaggiata e coccolata a fine gara.
L’appuntamento, è una promessa, è per la terza edizione 2018. Non mancate.
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